Quando la “libertà” diventa una scusa per evitare responsabilità
La politica tarantina è stata scossa dall’epica saga del Consigliere Luigi Abbate, l’uomo che si definisce “libero” e “fuori dagli schemi”. Ma la domanda che tutti si pongono è: Luigi Abbate, eroe o vigliacco?
Con la sua decisione di non firmare la mozione di sfiducia al sindaco Melucci, Abbate ha scatenato un enigma politico senza precedenti. Si presenta come un uomo che rifiuta di essere coinvolto nei giochi politici, ma sembra più un modo per nascondersi dietro una finta indipendenza piuttosto che assumersi le proprie responsabilità.
La sua mossa astuta ha diviso l’opposizione e ha lasciato i suoi sostenitori confusi. Forse è solo un genio tattico che cerca di confondere tutti, ma ciò che emerge è un atteggiamento che sembra più una fuga dalle responsabilità che un atto di coraggio.
Abbate critica astutamente Emiliano, Bitetti, Fornaro e Viggiano, accusandoli di essere “furbetti” e di giocare d’astuzia. Ma è davvero Abbate a essere l’eroe che combatte gli intrighi politici o è solo un vigliacco che si nasconde dietro a una retorica di libertà?
La sua mancata firma sulla mozione di sfiducia ha indebolito il tentativo di rimuovere il sindaco Melucci, lasciando molte persone a chiedersi quale sia la sua vera agenda. Forse sta cercando di giocare entrambi i lati della partita, cercando di colpire Emiliano e il PD senza dover sostenere le conseguenze delle sue azioni.
L’ironia di questa situazione è che Abbate cerca di dipingersi come l’uomo che mette in discussione la politica tarantina, ma sembra più un opportunista che vuole evitare di prendere una posizione netta. È facile dire di essere “fuori dagli schemi” quando si evita di assumersi responsabilità e si scappa dai giochi politici.
La sua scelta di non firmare è stata presentata come un atto coraggioso, ma sembra solo un modo per evitare di esporsi e proteggere la sua posizione politica. Forse Abbate ha paura di affrontare le conseguenze delle sue azioni e preferisce nascondersi dietro una maschera di “libertà”.