Abbate: “Non sono il pupazzo di Michele Emiliano: non firmo”
Di seguito il comunicato stampa di Luigi Abbate, Consigliere comunale di Taranto senza Ilva.
“Sono un uomo libero, fuori dagli schemi. Ho espresso e continuo ad esprimere dure critiche nei confronti dell’amministrazione Melucci. Sono stato insieme al collega Massimo Battista il promotore della mozione di sfiducia al sindaco, ma proprio perché non ho padroni, non ho lacci né lacciuoli non posso unire la mia firma all’ipocrisia politica di coloro i quali credono di poter fare sempre i “furbetti”.
Parlo – tra i tanti – di Michele Emiliano, di Piero Bitetti, di Stefania Fornaro, del PD e in particolare del suo vicepresidente regionale Francesca Viggiano.
Piero Bitetti e Stefania Fornaro hanno giocato d’astuzia, in particolare quest’ultima non si è presentata in Consiglio, facendo mancare il numero legale in occasione della mozione di sfiducia. Ed Emiliano non ha preso provvedimenti nei suoi confronti.
Sabato, improvvisamente, Bitetti e Fornaro diventano opposizione.
Il PD, dopo aver amministrato con il sindaco per quasi 7 anni, parla di fallimento dell’amministrazione Melucci.
Scusate, ma voi, Viggiano & company, dov’eravate? Non amministravate pure voi insieme a Melucci? E perché non avete mai detto una parola contro?
Adesso con le firme dal notaio volete rifarvi una verginità politica. Parlo di una raccolta di firme gestita dal PD che ha cercato di intestarsi la caduta di Melucci, per far dimenticare i sette anni trascorsi con lui. Troppo comodo!
Michele Emiliano non è il “padrone” di Taranto, non può continuare a fare politicamente il bello ed il cattivo tempo.
Si sfiducia il sindaco in aula, davanti alla città, non in uno studio notarile, seppure la Legge lo preveda.
Nel 2021 Emiliano e il PD definirono “traditori” coloro i quali apposero le 17 firme. Ora invece i firmatari diventano eroi.
Io non ci sto. Resto un uomo libero, un cittadino libero, un Consigliere comunale libero.
Politicamente non ho chiesto e non chiederò mai nulla in cambio a questa Amministrazione, né mai vorrò nulla. Continuerò a fare ciò che ho sempre fatto: servire i cittadini. Volevo resistere e avevo pensato di apporre la mia firma dopo tutte le altre, utili allo scioglimento, ma avrei portato per tutta la vita il rimorso ed il peso di aver calpestato la mia libertà.
Faccio saltare il banco, faccio saltare i piani di Emiliano, del PD e del centrosinistra. Faccio saltare la loro festa. Solo uno come me può avere il coraggio di fare ciò. Non firmo.
Ripeto: se avessero voluto, avrebbero sfiduciato in aula Melucci il 3 febbraio, andando al voto sempre il prossimo giugno. Sono buono, ma non “fesso”, e i “furbetti” non li ho mai sopportati. Al gioco di Emiliano e delle sue pedine io non mi presto: anzi, politicamente li sto buttando tutti in aria.
Questo è lo scacco matto di Luigi Abbate a Michele Emiliano. Pensatela come volete, ma io sono fatto così.”