Taranto verso lo scioglimento del Consiglio comunale: già pronte le firme decisive

Taranto si prepara a un nuovo scossone politico. Il Consiglio comunale è vicino allo scioglimento anticipato, con almeno 17 consiglieri – e forse addirittura 18 – pronti a rassegnare le dimissioni. Se ciò accadesse, la seconda amministrazione guidata dal sindaco Rinaldo Melucci, eletto nel 2022 con una coalizione di centrosinistra, cadrebbe ufficialmente, aprendo la strada a elezioni anticipate già a giugno.

Nel pomeriggio del 20 febbraio, cinque consiglieri del centrosinistra hanno contattato un notaio del Borgo per predisporre le dimissioni, segnale che l’operazione per far cadere l’amministrazione è in stato avanzato. Una mossa che riporta alla memoria il tentativo fallito di un anno fa, quando un’analoga strategia di dimissioni di massa non andò a buon fine. Questa volta, però, la situazione appare diversa: il Partito Democratico non ha mai nascosto l’intenzione di chiudere anzitempo l’esperienza amministrativa e spinge per un ritorno alle urne.

Dall’altra parte, il centrodestra ha colto al volo l’occasione per accelerare la crisi.

I gruppi consiliari di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Svolta Liberale e Partito Liberale Italiano hanno già depositato le loro firme. Tra i firmatari figurano nomi di peso come Massimiliano Di Cuia, Francesco Battista, Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano, seguiti da Walter Musillo, Cosimo Festinante, Francesco Cosa e Mirko Maiorino. A questi si sono uniti consiglieri di altre formazioni politiche, tra cui Piero Bitetti (Con), Gianni Liviano (Demos), Antonio Lenti (Verdi) e diversi esponenti del Pd, come Vincenzo Di Gregorio, Lucio Lonoce e Bianca Boshniaku.

Il numero minimo per decretare la fine dell’amministrazione Melucci è 17, soglia che sembra ormai superata con le possibili adesioni di Michele Patano e Vittorio Mele. Inoltre, altri consiglieri, come Massimiliano Stellato, Giuseppe Fiusco e Carmen Casula, starebbero valutando di unirsi al gruppo dei dimissionari.

Nel frattempo, in Comune è in corso una riunione decisiva. Se le firme verranno ufficializzate, la macchina amministrativa si fermerà e Taranto tornerà al voto prima della scadenza naturale del mandato. Un nuovo terremoto politico è alle porte.

Alessio CastellanoRispondiInoltraAggiungi reazione