M5S solleva interrogazione parlamentare sulle sostanze inquinanti rilevate da ARPA
Taranto, 7 gennaio 2024 – Francesco Nevoli, coordinatore provinciale del M5S, ha presentato un’interrogazione parlamentare riguardante i dati sull’inquinamento rilasciati da ARPA. Nonostante la narrazione che sostiene che lo stabilimento siderurgico di Taranto non inquina più grazie all’adozione delle “migliori tecnologie disponibili”, i dati ARPA relativi al 2023 raccontano una storia diversa.
In particolare, uno dei due analizzatori situati nel quartiere Tamburi, in Via Orsini, ha rilevato ripetuti superamenti dei limiti di legge per il PM10, una sostanza notoriamente cancerogena. I picchi di inquinamento registrati nel quartiere Tamburi sono correlati all’aumento dei valori rilevati dalla centralina perimetrale dello stabilimento ex-Ilva, chiamata “Meteo Parchi”, e si ripercuotono anche sulle periferie, come evidenziato a Talsano.
È importante ricordare ai parlamentari di centrodestra che continuano a negare la presenza di problemi ambientali a Taranto, attribuendo tutto a una presunta invenzione della magistratura e delle associazioni ambientaliste, che i dati ARPA dimostrano il contrario. Inoltre, il M5S presenterà a breve un’interrogazione parlamentare a firma del senatore Mario Turco riguardante un nuovo episodio di inquinamento verificatosi il 3 gennaio scorso.
È evidente che chi gestisce lo stabilimento siderurgico si avvantaggia del comportamento ambiguo e irresponsabile del governo guidato da Meloni, che non è riuscito a fornire soluzioni alle problematiche legate all’ex-Ilva nonostante disponga di una vasta maggioranza parlamentare. Le maggiori responsabilità di questa catastrofe ambientale ed economica ricadono sul Ministro Giorgetti, che ha lasciato il fascicolo Ilva sulla sua scrivania a raccogliere polvere da oltre tre anni, sul Ministro Fitto, che ha tagliato di 1,2 miliardi di euro il PNRR sulla riconversione e diversificazione industriale, e sulla Presidente Meloni, che ha evitato di affrontare il problema di Taranto, così come sul Ministro Urso.
Inoltre, la decisione delle forze politiche di destra di ripristinare lo scudo penale, precedentemente cancellato dal M5S, e di destinare oltre 650 milioni di euro ad Acciaierie d’Italia senza garantire alcuna forma di tutela per i lavoratori e le imprese dell’indotto è stata un fallimento.
La sola soluzione praticabile sembra essere un accordo di programma che preveda la chiusura delle fonti inquinanti con adeguate misure di salvaguardia e che assicuri la riconversione economica, sociale e culturale della città di Taranto.
entare sulle sostanze inquinanti rilevate