“Cara Taranto,
Ti scrivo con il cuore pesante, quasi come se le parole che ti dedico fossero un ultimo abbraccio prima di andare via. Sono qui, alla finestra della mia stanza, guardando il mare che si muove lento e malinconico, come se anche lui sapesse che sto per lasciarti ancora una volta.
Il cielo di gennaio si riflette sull’acqua, e sento già la nostalgia di questo silenzio fatto di onde, dei vicoli che sembrano sussurrare storie antiche e dei volti familiari che mi hanno accompagnato durante queste feste.
Le luci di Natale che illuminavano le strade stanno svanendo, ma i ricordi restano vividi. La tavola con la famiglia riunita, i nonni e le loro storie, i profumi del cibo che sanno di tradizione, le risate dei miei cari che mi hanno scaldato il cuore: tutto sembra voler trattenere un pezzetto di me qui, come se Taranto non volesse lasciarmi andare.
Eppure, domani salirò sull’auto che mi porterà a Milano.
Rivedrò quel cartello, sull’Autostrada, che mi indicherà l’arrivederci alla Puglia e l’ingresso in Molise. Tante volte avrei voluto che lo rimuovessero e credo di non essere l’unico.
Tornerò alla vita che ho scelto, o forse alla vita che mi ha scelto, con il suo ritmo frenetico, le sue giornate che sembrano sempre uguali e quel cielo che, anche quando è sereno, non è mai azzurro come il tuo. Milano è la mia realtà ora, lo so, ma non sarà mai il mio rifugio.
Lasciarti ogni volta è come tradire una parte di me. Qui, ogni pietra, ogni soffio di vento, ogni sguardo sembra conoscermi davvero. A Milano sono solo uno dei tanti, ma qui sono un figlio, un amico, un frammento di questa città che porto sempre con me.
Mi mancheranno i profumi del mercato e delle polpette col sugo, il sapore della focaccia calda che sa di casa, i tramonti sul Mar Piccolo e le voci familiari che riempiono i pomeriggi. Mi mancheranno persino le giornate lente, quelle che a volte sembrano interminabili ma che, ora che devo lasciarle, sanno di conforto.
Ti porto nel cuore, Taranto. Ogni volta che chiudo gli occhi a Milano, provo a immaginare il tuo mare, il tuo vento, i tuoi suoni. Non è mai abbastanza, ma è tutto quello che posso fare.
E mentre metto le ultime cose in valigia, lascio un pezzo di me qui, sperando che mi aspetti fino al mio ritorno. Prometto che tornerò, come sempre, perché nessun treno o distanza potrà mai spezzare questo legame.
Con amore e tristezza,
un tuo figlio in partenza”.