“Non è un buon momento per la nostra città,” ha dichiarato Pietro Bitetti, ospite negli studi di JoTv. L’oramai ex presidente del Consiglio comunale di Taranto è stato rimosso di recente dal suo incarico con una mozione di sfiducia che, a suo avviso, “ha il sapore della vendetta o del patto politico.” Un ruolo che Bitetti afferma di aver sempre considerato sacro, e per il quale ha cercato di mantenere imparzialità e rispetto tra maggioranza e opposizione.
Il desiderio di un dialogo tra le varie espressioni della politica tarantina
Bitetti evidenzia l’urgenza di spazi di dialogo pubblico per poter affrontare apertamente i temi che interessano i cittadini e la politica locale, ricordando i tempi delle trasmissioni televisive con confronti politici pubblici. Bitetti denuncia la mancanza di trasparenza e l’allontanamento dell’amministrazione dalla popolazione, che percepisce sempre più isolata dalle dinamiche nazionali. “Taranto è in una situazione economica depressa, il potere d’acquisto delle famiglie è crollato mentre la Puglia cresce,” ha spiegato l’ex presidente, che tempo fa aveva tentato di scongiurare la crisi attraverso un appello a una soluzione condivisa.
La sfiducia a Melucci e la presunta “vendetta” politica
La frattura si è aperta nove mesi fa, con la decisione di sfiduciare il sindaco Rinaldo Melucci, spinta in particolare dal consigliere Luigi Abbate e dal compianto Massimo Battista del movimento “Taranto senza Ilva”. Bitetti, in un primo momento, si era opposto alla sfiducia, cercando un percorso di dialogo per evitare la crisi. “Ho fatto tutto il possibile per trovare un’intesa – ha affermato – ma le dinamiche interne hanno reso inevitabile lo scontro.”
A febbraio 2024, dopo una serie di movimenti interni e di cambi nei ruoli amministrativi, la situazione è degenerata, portando alla sfiducia del presidente del Consiglio comunale. Secondo Bitetti, l’atto di sfiducia rappresenta “una prova di forza che non dà un buon esempio ai nostri figli.” L’ex presidente descrive la decisione come un “brutto precedente” che rischia di fomentare divisioni interne: “Il Consiglio comunale non è uno stadio, non sono permesse le tifoserie. Prima di tutto, c’è il bene della città.”
Riflessioni amare sulla politica di oggi
Con toni critici, Bitetti riflette sulla trasformazione della politica. “Oggi è tutto cambiato: una volta, la politica locale era popolata da veri ‘leoni’ che si battevano per il bene comune,” ha detto, riferendosi ai Consigli comunali di trent’anni fa. Per lui, la politica di oggi appare sempre più divisa in fazioni, lontana dai bisogni reali della gente.
In questo scenario di instabilità e conflitto, Bitetti non esclude di intraprendere vie legali contro la mozione di sfiducia, dichiarando che “le norme sono state sconvolte per raggiungere un obiettivo,” e che valuterà con i suoi avvocati i prossimi passi. “Posso camminare a testa alta,” ha ribadito, “devo difendere la mia immagine.”
Le accuse di “tifoseria” politica
L’ex presidente ha lasciato l’aula con amarezza, criticando una “tifoseria” interna che si è trasformata in un ostacolo per il lavoro del Consiglio. “Ho spesso ingoiato pur di rispettare il mio ruolo imparziale. Oggi, con la mia sfiducia, abbiamo toccato il fondo.”
Il futuro: moderazione e impegno
Bitetti conclude esprimendo la sua intenzione di rimanere al centro della scena politica tarantina, ma con un ruolo differente, come consigliere comunale e moderato. “Non sono felice, ma sono sereno,” ha affermato, augurando buon lavoro al suo successore e sottolineando come l’obiettivo debba sempre rimanere il bene di Taranto.