Promosso da Cisl Taranto Brindisi e Adiconsum territoriale, tradizionalmente riservato a persone o realtà sociali che si contraddistinguono con la loro opera a favore del bene della comunità ionica, il Premio Anello di San Cataldo 2024, giunto alla 17^ edizione, è stato conferito martedì scorso alla “Libera Università Maria SS. Assunta” LUMSA nella persona del coordinatore Don Antonio Panico, Direttore della Sede ionica, nel corso di una cerimonia tenutasi presso l’aula magna della stessa Università, in via Ancona, n. 61 – Piazza Santa Rita, a Taranto.
Presenti all’evento S.E. Mons. Ciro Miniero Arcivescovo Metropolita di Taranto, Antonio Castellucci, segretario generale della Cisl di Puglia, Gianfranco Solazzo, segretario generale della Cisl Taranto Brindisi, Antonio Bosco, presidente Adiconsum territoriale ed Emilio di Conza, presidente Adiconsum Puglia che ha moderato i lavori.
“Abbiamo guardato quest’anno alla LUMSA che merita, a nostro avviso apprezzamento, visibilità, consapevolezza da parte di tutta la comunità per la sua attività di istruzione, formazione, ricerca, nel campo delle scienze umane che parlano di inclusione sociale, di politiche sociali tanto utili in questo momento storico in cui chi più deve essere tutelato sono proprio le persone, quelle più fragili in particolare. E quindi comunica anche valori ai suoi futuri assistenti sociali. – ha affermato, tra l’altro, Gianfranco Solazzo nel suo intervento introduttivo – Come Cisl, intendiamo puntare su scuola, istruzione, formazione, competenze che ormai rappresentano un patrimonio indiscutibile per i nostri giovani, quale migliore assicurazione per il proprio futuro lavorativo, i propri percorsi professionali, nonché per la loro partecipazione attiva allo sviluppo non solo materiale ma anche spirituale e morale della comunità.
E’ questo un aspetto fondamentale e delicato in una fase epocale di grandi trasformazioni, che stanno interessando il mondo del lavoro, della scuola, della formazione e che interrogano istituzioni, enti strumentali, il mondo dell’associazionismo, della politica, le organizzazioni professionali, la Chiesa.” Antonio Bosco, nell’illustrare le ragioni che hanno portato al conferimento del Premio 2024 e nel sottolineare che “i laureati LUMSA potranno svolgere funzioni dirigenziali di ideazione, programmazione e gestione di progetti volti all’inclusione degli immigrati, alle politiche per la prevenzione e il controllo della devianza e della marginalità, alla gestione delle risorse umane e alle politiche del lavoro” ha fatto una breve illustrazione delle distinte fasi storiche, a partire dal 1952, che hanno caratterizzato la crescita di questa realtà universitaria divenuta attraente e un’eccellenza del territorio.
“E’ un momento importante per la nostra piccola realtà formativa e vedere riconosciuta la nostra attività di docenza e di ricerca, il nostro provare a servire il territorio donando ai giovani che scelgono di frequentare questa sede il massimo impegno è qualcosa che oggi ci gratifica moltissimo – ha dichiarato Don Antonio Panico – e chi viene a studiare presso questa sede della LUMSA ha una predisposizione al lavoro di cura che noi proviamo a rafforzare nelle motivazioni di fondo ed a professionalizzare con accuratezza.
Qui cerchiamo di formare nel migliore dei modi chi studia, perché coloro che sperimentano fragilità e disagio trovino ciò di cui hanno bisogno.”
Per Antonio Castellucci, segretario generale della Cisl regionale “Le motivazioni del premio richiamano il nostro impegno quotidiano, quali pilastri dello sviluppo che mette al centro la formazione, le competenze, l’istruzione, la cultura. Necessario a nostro giudizio è che venga rafforzata la rete tra tutti i soggetti politici, sociali ed istituzionali, in un contesto che è oggi di sofferenza sociale ed occupazionale dei nostri territori. Il futuro educativo dei giovani deve essere l’obiettivo prioritario di tutti, per scongiurare i rischi di ulteriore marginalità delle nostre aree, che in 10 anni hanno perso circa 20 mila laureati e circa 80 mila diplomati, i quali si sono recati altrove per lavoro o studio, mentre aumenta la dispersione scolastica e il numero dei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano.”
Concludendo la cerimonia, S.E. Mons. Ciro Miniero ha esortato tutti a “farsi prossimo di persone in difficoltà; è questa la caratteristica, la missione di chi studia nella istituzione LUMSA. La società oggi tende a rendere secondario chi è in difficoltà, perciò bisogna combattere a favore della centralità della persona, di ogni persona, perché cresca e si consolidi una rete di rapporti valoriali.”