Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, è intervenuto oggi alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo sull’inquinamento ILVA per evidenziare le inadempienze dei governi italiani di fronte all’incremento dell’inquinamento da benzene a Taranto.
Oggi Alessandro Marescotti ha preso la parola in videoconferenza di fronte alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo per illustrare l’allarmante situazione dell’inquinamento prodotto dall’ILVA e le responsabilità dei governi italiani che non sembrano aver garantito un efficace controllo sull’applicazione delle prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).
Nonostante le prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale sembrino essere state rispettate sulla carta e nonostante la ridotta produzione, l’ILVA continua a produrre un’imponente quantità di inquinamento, con un preoccupante aumento dei livelli di benzene, noto cancerogeno.
A tal fine Alessandro Marescotti ha illustrato i grafici del dossier di PeaceLink che sono una evidente dimostrazione dell’aumento del benzene.
La Direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 novembre 2010 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento (IPPC) è stata ideata per promuovere un approccio integrato alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento industriale. Tuttavia, quanto è emerso è un processo di implementazione delle prescrizioni dell’AIA che non è stato accompagnato da una reale diminuzione dell’inquinamento.
La Direttiva si propone di garantire sia la prevenzione sia la riduzione dell’inquinamento, controllando le emissioni di attività industriali considerate ad alto rischio. Ciò che invece si è osservato è un aumento dei livelli di inquinanti, con picchi di benzene nel 2023 superiori a quelli registrati nei dieci anni precedenti.
“Il rapporto dell’ASL di Taranto evidenzia che l’esposizione al benzene comporta un aumentato rischio di leucemie infantili”, è riportato nel dossier di PeaceLink che Alessandro Marescotti ha citato durante il suo intervento. È importante sottolineare che i danni alla salute possono manifestarsi anche con livelli di benzene inferiori ai limiti di legge.
Il presidente di PeaceLink ha quindi sollecitato un’azione immediata da parte delle autorità competenti, sia a livello italiano che europeo, per garantire la tutela della salute pubblica e l’attuazione efficace e sostanziale delle prescrizioni ambientali.
Alessandro Marescotti ha evidenziato un forte disappunto per l’inerzia della Commissione Europea che in dieci anni non è stata ancora capace di portare il caso di fronte alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Nel frattempo il governo italiano ha ripristinato lo scudo penale per chi gestisce lo stabilimento siderurgico.
Nel suo intervento davanti alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo il presidente di PeaceLink ha elencato le Valutazioni di Danno Sanitario connesso alle emissioni siderurgiche ILVA che evidenziano un inaccettabile rischio sanitario. Queste valutazioni predittive sono chiare evidenze scientifiche che i governi hanno ignorato.
La magistratura a Taranto ha agito e sta agendo svolgendo un ruolo di supplenza anche della Commissione Europea che si è limitata ad aprire una procedura di infrazione senza portarla a conclusione.
Il dossier di PeaceLink inviato alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo è su https://www.peacelink.it/tarantosociale/