Questa mattina, a margine dell’inaugurazione del MAM di Grottaglie, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha commentato la decisione del Viminale di nominare una commissione di accesso finalizzata alla verifica dell’ipotesi di scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.
“In tutta sincerità – ha esordito Emiliano – la vicenda è singolare perché i deputati del centrodestra impegnati nella campagna elettorale, nel tentativo vano di sconfiggere il sindaco Decaro e i candidati che metteremo in campo dopo le primarie, si fanno una bella fotografia col ministro dell’Interno perché pensano che l’unico sistema per tentare di vincere le elezioni a Bari sia quello di mestare nel torbido.
Probabilmente, il ministro, assieme al prefetto, è investito da una tempesta di frustrazione elettorale molto forte. Si poteva tranquillamente rinviare l’inizio dell’ispezione a dopo le elezioni: non c’era nessuna urgenza. Si aggiunga che la Direzione Distrettuale Antimafia che ha in mano tutte le informazioni ha più volte detto che il Comune di Bari, e in particolare il sindaco Decaro, sono stati essenziali per la reazione di tutta la città verso le associazioni mafiose.
Questo lavoro è cominciato nel 2004, quando ero sindaco. Oggi ho ricordato quando, nel 2011, mi rivolsi alla Procura della Repubblica di Bari per denunciare alcune infiltrazioni possibili proprio nell’AMTAB. La procura, dal 2011, ha indagato su queste cose, e non so che cosa abbia trovato perché, evidentemente, queste sono cose complesse”.
“Il risultato – ha proseguito Emiliano – è che stiamo insozzando inutilmente il nome della città del sud più importante in questo momento per i successi che ha avuto e per il consenso che ha l’amministrazione. Stiamo esponendo il sindaco di Bari a grave rischio di incolumità perché, quando la mafia capisce che qualcuno è stato abbandonato dallo Stato e viene strumentalizzato a fini elettorali, rischia anche la pelle.
Il sindaco di Bari è sotto scorta da anni per le denunce e gli arresti che ha fatto fare nei confronti di mafiosi e quindi, spero senza volerlo, si stanno favorendo le associazioni mafiose della città, che adesso hanno la soddisfazione di vedere preoccupato per le infiltrazioni mafiose il sindaco di Bari che li ha combattuti. Sinceramente, si tratta di cose che bisognerebbe evitare. Ci vorrebbe più saggezza.
La saggezza, invece, è mancata nel disporre l’ispezione immediatamente, ma siamo in uno stato di diritto, e quindi se qualcuno immagina di inventarsi elementi che portino allo scioglimento del Comune di Bari si sbaglia di grosso: non riusciranno, attraverso questa strada, a cambiare l’esito delle elezioni che si svolgeranno l’8 e il 9 giugno”.
“Faccio una preghiera a tutti: distinguete le attività istituzionali dalle campagne elettorali perché lo spettacolo di tutto il centrodestra barese in ginocchio da Piantedosi a chiedergli di fare qualcosa per vedere di farsi dare una mano nelle prossime campagne elettorali è vergognoso. Questo spettacolo non si poteva vedere.
Naturalmente, il ministro deve pure garantire degli equilibri alla sua maggioranza, e soprattutto a Fratelli d’Italia, che sta spingendo su questa storia. Io non escludo che, a breve, persino la presidente del Consiglio Giorgia Meloni entri a gamba tesa sulla vicenda dello scioglimento per mafia. Vorrei consigliarle di essere prudente perché la procedura passa dal Consiglio dei ministri e arriva al Presidente della Repubblica”.
“Insomma – ha concluso Emiliano – il mio invito è: non caricate a testa bassa su questa storia perché, se utilizzate in modo strumentale le normative sullo scioglimento dei Comuni e sulle ispezioni, rischiate di confermare i sospetti di chi pensa che questo sia un governo autoritario che non garantisce la Costituzione e la democrazia.
Se qualcuno pensa di trovarci deboli rispetto a questa opzione si è sbagliato di grosso perché noi difenderemo quello che abbiamo fatto in questi anni, difenderemo il sindaco di Bari, difenderemo la città di Bari e la Puglia intera.
Questa strumentalizzazione, con un po’ di prudenza, era assolutamente evitabile, dato il momento elettorale. Se si dà l’impressione che il ministro dell’Interno, anziché difendere il sindaco di Bari per le attività antimafia, lo inquisisce perché teme che ci sia qualcosa che non va in ciò che ha fatto, lo si indebolisce. I mafiosi sono rapidissimi a capire le cose. Sono un po’ più lenti al Ministero dell’Interno”.