“Mentre Urso sulla siderurgia continua a vendere sogni, la realtà dell’ex Ilva di Taranto è sempre più disastrata proprio a causa dell’incapacità del governo, che si fa di giorno in giorno più conclamata. Domenica l’Aigi ha lanciato l’allarme sull’indotto: della cassa integrazione dei lavoratori ancora non si sa nulla, e senza la cessione dei crediti pro-soluto da noi chiesta nel dl Ilva tutte le imprese che ruotano attorno all’acciaieria si trovano prossime al baratro, nonostante le promesse di Urso and company.
Inoltre, gli autotrasportatori che lavorano con l’acciaieria stanno ricevendo in questi giorni i fermi amministrativi dei loro mezzi per oneri non pagati dopo il 2015. Cioè dopo il commissariamento voluto da Renzi-Calenda. Ora il copione infausto si ripete, e fa sorridere ascoltare Urso sostenere che il governo Meloni ha in mano il futuro della produzione di acciaio nel nostro Paese, quando non è in grado neanche di scongiurare il nodo dell’autotrasporto, oltre a quello dei portuali che dal 1° aprile finiranno in mezzo a una strada privi di cassa integrazione.
Alle condizioni date, sentiamo solo voci campate per aria su imprecisati interessamenti di soggetti stranieri e ancora non sappiamo nulla del prestito ponte, che oltretutto rischia di costarci una procedura d’infrazione. Tutto ciò che questo governo poteva sbagliare, su Taranto lo sta sbagliando. E la decarbonizzazione del sito, con le annesse tutele sanitarie, resta un mesto convitato di pietra, visto che non se ne parla più”.
Così in una nota il sen. Mario Turco, vicepresidente M5s e coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Imprese.