“L’audizione di oggi in IX Commissione al Senato è stata un’ulteriore occasione per ribadire la centralità della problematica dell’indotto che è parte integrante di un settore strategico.
E’ inammissibile pensare di poter risolvere la grande vertenza di Acciaierie d’Italia prescindendo dal tessuto imprenditoriale che si muove attorno alla fabbrica e al quale sono affidate attività essenziali come la manutenzione o i servizi.
Per questo motivo abbiamo ribadito che le istituzioni devono farsi carico di sancire formalmente come anche le imprese dell’indotto, che concorrono in modo essenziale al sostentamento degli stabilimenti Ex-Ilva, debbano essere riconosciute come strategiche nell’ambito del settore siderurgico italiano e rese parte del “Piano Nazionale per la Siderurgia” più volte richiamate anche dallo stesso Ministro Urso.
E’ per questo motivo che anche oggi abbiamo ribadito l’esigenza di emendare l’articolo 2 del decreto legge 4 del 18 gennaio 2024, intanto stabilendo la strategicità dell’indotto e, sulla base di questo, destinando una parte importante dei 320 milioni, almeno 150, alle stesse aziende.
E’ fin troppo chiaro che si tratta di una problematica di liquidità che deve consentire alle imprese di riprendere serenamente le proprie attività, in gran parte essenziali.
La risposta di ieri, veicolata attraverso l’immagine di quasi 6.000 persone per strada, senza distinzioni di sorta tra lavoratori e imprese, è un insistente richiesta di risposte certe e tempestive. Il tempo stringe ed è chiaro che una mancata decisione che salvi tutte le articolazioni della vertenza non può essere considerata valida ed efficace”, scrivono Franco Rizzo e Sasha Colautti -Esecutivo Confederale Usb.