“Sapevamo che dalla multinazionale Indiana non c’era più nulla da aspettarsi, i segnali erano chiari a tutti, evidentemente tranne al Governo, che ha perso mesi preziosi a discutere con un soggetto che di questo periodo ha approfittato facendo di tutto per spingere verso un baratro produttivo e ambientale tutti gli stabilimenti Ex Ilva”, scrivono Francesco Rizzo e Sasha Colautti (Esecutivo Confederale Usb).
“Ora è chiaro che serve subito un confronto per capire come Meloni ed i Ministri del suo Governo intendano agire per garantire a questo Paese un futuro in un settore strategico come quello dell’acciaio. Questo futuro oggi passa soprattutto per Ex Ilva, soprattutto per Taranto.
Ci aspettiamo un ruolo pubblico forte, una visione industriale capace di coniugare ambiente e lavoro: serve coraggio per guardare alla decarbonizzazione e per noi rispetto per l’ambiente e la cittadinanza è pregiudiziale per ogni eventuale piano.
Vanno affrontati con chiarezza aspetti da noi già posti su occupazione, garanzie per lavoratori Ilva in AS, appalto e chiarezza sulle norme di riconoscimento per lavoro usurante. Anche gli incentivi all’esodo volontario, richiesti da una parte dei lavoratori non devono essere più considerati un tabù. Il Governo faccia ora la sua parte”.