«La Commissione europea ha approvato una misura di aiuto di Stato tedesca da ben 2,6 miliardi, che mira a sostenere Stahl-Holding-Saar nel progetto di decarbonizzazione per la produzione di acciaio, avviando una transizione verso l’idrogeno.
È in questo verso che sta andando il progresso: nella direzione delle energie pulite, affinché il benessere di cittadini e lavoratori sia sempre maggiore. Ci sono “due Europe”, però. Una in cui si è compreso il potenziale della transizione energetica e un’altra in cui si pensa di continuare ad alimentare i grandi poli siderurgici (come l’ex Ilva di Taranto) con combustibili fossili.
Il Governo Meloni, infatti, non ha fatto nulla per rendere sostenibile la produzione industriale dell’impianto tarantino, anzi, qualcosa l’ha fatta, cancellando 1,2 miliardi di euro ad esso dedicati dal Pnrr, condannando così la città alla sottocultura della pietra focaia, mentre il mondo d’oltralpe va avanti in direzione completamente opposta. Il Green Deal europeo con il relativo piano industriale e la strategia UE sull’idrogeno, insieme al piano RePowerEU, dovrebbero essere i capisaldi del lavoro di qualsiasi governo coscienzioso, che dice di tenere al futuro del Paese.
Così non è in Italia, e ciò si può affermare alla luce della totale inerzia di Palazzo Chigi in merito alle politiche ambientali, sanitarie e industriali da attuare in merito al sito ex Ilva e ai Comuni dell’area coinvolta. Mentre lavoratori e imprese arrancano e l’industria cade a pezzi, il Presidente Meloni avrà sicuramente qualcosa di più importante a cui pensare». Lo afferma in un comunicato stampa il Sen. Mario Turco, Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle.