Bene il piano straordinario di controlli sulle importazioni di grano, mentre continua il via vai nel porto di Bari di navi cariche di frumento duro canadese, turco e russo, quando al contempo gli acquisti della pasta Made in Italy che utilizza solo grano nazionale sono cresciuti in valore del 13% nel primo semestre del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in relazione alle decisioni assunte al tavolo di filiera sul grano duro con il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Lollobrigida che ha annunciato un grande piano straordinario di controlli sulle importazioni di grano duro per garantire la tracciabilità del prodotto e combattere le frodi.
Sono due le navi attraccate al porto di Bari e altre tre in attesa in rada – aggiunge Coldiretti Puglia – che provengono da Canada, Turchia e Russia, anche con triangolazioni attraverso altri porti intermedi, cariche di grano stero, mentre restano bassi i compensi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi del 25% in meno rispetto allo scorso anno su un valore di appena 35 centesimi al chilo in netta controtendenza – denuncia la Coldiretti Puglia – rispetto all’aumento dei prezzi di vendita della pasta in crescita al dettaglio del 13 % nei primi nove mesi del 2023.
Nei primi sette mesi del 2023 sono aumentate del 530% le importazioni di grano dal Canada dove viene utilizzato glifosato in preraccolta con modalità vietate in Italia, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat, ma preoccupano anche le importazioni di grano duro dalla Turchia che hanno fatto crollare i prezzi nazionali.
Gli acquisti di pasta con 100% grano italiano – sottolinea la Coldiretti – sono cresciuti in modo vorticoso ed il risultato è che oggi 4 pacchi di pasta su 10 (40%) venduti in Italia utilizzano esclusivamente grano duro coltivato sul territorio nazionale. Una vera e propria svolta patriottica favorita dall’obbligo dell’etichettatura di origine del grano impiegato fortemente voluta dalla Coldiretti che ha spinto tutte le principali industrie agroalimentari a promuovere delle linee produttive con l’utilizzo di cereale interamente prodotto sul territorio nazionale, anche se molto resta da fare.
Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito nell’ambito del Pnrr per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, ma sono fondamentali – rileva Coldiretti – una costante analisi dei prezzi e l’aumento dei controlli, con una spinta che può venire dal riavvio della commissione unica nazionale (Cun) grano duro ma anche dalla promozione della pasta 100% italiana sostenendo l’intera filiera.