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La Fondazione Gimbe conferma la crisi del Servizio Sanitario Nazionale, nota OPI – jotv.it

La Fondazione Gimbe conferma la crisi del Servizio Sanitario Nazionale, nota OPI

La Fondazione Gimbe conferma la crisi del Servizio Sanitario Nazionale, nota OPI

Attraverso il sesto rapporto presentato pochi giorni fa in Senato, la Fondazione Gimbe ha lanciato l’allarme per lo stato di salute del Servizio Sanitario Nazionale, evidenziando come i principi fondanti vale a dire universalità, uguaglianza ed equità, siano stati traditi negli ultimi quindici anni a causa di politiche sbagliate che hanno portato il Servizio Sanitario Nazionale ‘al capolinea’.

Oggi, purtroppo, bisogna fare i conti con liste d’attesa interminabili, affollamento dei Pronto Soccorso, carenza di medici, pediatri ed infermieri (per quest’ultima categoria siamo sotto la media Ocse con 6,2 contro i 9,9 europei per 1.000 abitanti) e inaccettabili diseguaglianze regionali tra nord e sud che obbligano alla migrazione sanitaria e al ricorso alla sanità privata, con notevole aggravio di spesa fino all’impoverimento delle famiglie e alla rinuncia alle cure. La situazione critica in cui versa il Servizio Sanitario Nazionale impone coraggiose riforme e investimenti in grado di restituirgli la sua missione originale, perché se l’art. 32 della Costituzione tutela il diritto alla salute di tutti, la sanità deve essere per tutti. Tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi 15 anni, secondo Gimbe, hanno tagliato o non investito adeguatamente in sanità, a fronte di un fabbisogno sanitario nazionale che dal 2010 al 2023 è aumentato complessivamente di 23,3 miliardi di euro.

La situazione è destinata ad aggravarsi con la possibile attuazione dell’autonomia differenziata che comporterebbe la morte del Sistema sanitario nazionale, sostituito da venti diverse realtà sanitarie se non si interviene con correttivi atti a mitigare le diseguaglianze. Il Pnrr può essere una grande opportunità per arginare la crisi del Sistema Sanitario Nazionale, ma per dare attuazione alla “Missione Salute” inserita nel Piano occorrono azioni politiche decise, bisogna avere il coraggio di operare cambiamenti strutturali ed epocali. Secondo quanto afferma il presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche di Taranto, dott. Pierpaolo Volpe “per far fronte alle necessità di salute della popolazione bisogna prima di tutto intervenire sulla modifica dei modelli organizzativi, garantendo agli infermieri e a tutti i professionisti sanitari lo svolgimento di attività complesse e avanzate che sono patrimonio delle professioni sanitarie e non solo di alcune figure come quella dei medici che saranno sempre meno e rari”.

Le Regioni dovrebbero utilizzare correttamente i fondi destinati alla sanità, evitando troppi sperperi; purtroppo il vero tema è come si utilizzano le risorse. “Quelle destinate alla sanità per il 2024 sono certamente insufficienti -prosegue Volpe- ma non si sono ridotte. E bisogna riflettere sul nuovo Piano assunzionale della ASL Taranto approvato con la delibera di Giunta regionale n.1432 del 19 ottobre 2023 visto che ci consegna un quadro preoccupante per la sanità ionica.

È rimasta purtroppo inascoltata -tuona il presidente dell’Opi Taranto- la mia richiesta di conoscere lo stato delle dotazioni organiche di personale delle Aziende sanitarie pugliesi. Ritengo sia necessario che la Regione Puglia, in maniera trasparente, consenta una lettura della situazione del personale infermieristico e di supporto nelle singole aziende sanitarie, perché potremmo scoprire che la ASL Taranto è sottodimensionata rispetto ad altre province della Regione”. E poi Volpe conclude. “È opportuno che l’assessore Palese disegni un quadro chiaro della condizione in cui versa la sanità tarantina e pugliese, evitando tagli lineari che non fanno altro che penalizzare sempre di più le aziende sanitarie con una maggiore carenza di personale”.

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