«Dall’audizione di questa mattina in Parlamento del Presidente di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè, emerge uno scenario avvilente. Come il M5S aveva più volte affermato in origine, il Governo ha dimostrato tutta la sua incapacità regalando a un’azienda in perdita da decenni ulteriori soldi pubblici, ben 680 milioni di euro senza, peraltro, richiedere alcuna garanzia e senza un piano industriale. Con questo finanziamento pubblico, ex Ilva è riuscita a tirare avanti metà anno a malapena.
Adesso l’impresa è alla canna del gas, con il rischio di insolvenza e di un’ennesima amministrazione straordinaria. Sarebbe questo il grande programma di rilancio dell’impianto siderurgico che il Governo Meloni aveva in mente e che ha annunciato a più riprese? Già in precedenza, sempre con il solo voto contrario del M5S, erano stati stanziati altri soldi pubblici, circa 150 milioni di euro, sottraendoli dalle bonifiche e destinandoli alla continuità produttiva, di cui non si ha traccia.
Il M5S dice basta a gettare altri soldi pubblici su un impianto obsoleto e pericoloso. Di fronte a tutta l’approssimazione dimostrata, chiediamo al Governo Meloni di seguire la linea politica tracciata dal Governo Conte II, che consiste in: chiusura delle fonti inquinanti, diversificazione industriale e riconversione economica, sociale e culturale del territorio. Rinnoviamo anche il nostro no alla richiesta di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), che prevede per 12 anni ancora il solo ciclo integrale a carbone e zero tutele ambientali e sanitarie. Il Governo Meloni ammetta di non essere all’altezza di affrontare una realtà complessa come quella industriale di Taranto e riferisca in Parlamento sulle risorse stanziate e, soprattutto, in che modo intende tutelare l’ambiente, la salute, i lavoratori e le imprese dell’indotto». Lo afferma in un comunicato stampa il Sen. Mario Turco, Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle.