Il problema del ‘caro affitti ’ sta mettendo in gravi difficoltà tante attività commerciali, anche quelle con un vissuto imprenditoriale importante, soprattutto nei centri storici e nelle aree centrali del commercio, sino a costringere diversi imprenditori a valutare la chiusura dell’attività. Tra i costi delle bollette, la concorrenza dei centri commerciali e del commercio on line, il calo dei consumi ed i costi elevati delle locazioni, mantenere in vita un’attività commerciale costa sforzi spesso insostenibili.
“Molte attività del Borgo di Taranto – afferma il presidente della delegazione Confcommercio, Salvatore Cafiero- non ce la stanno facendo a sopportare l’aumento dei costi fissi e già sappiamo che diversi negozi chiuderanno entro l’anno. E’ un peccato non solo per le imprese e per le storie di tante famiglie che hanno dedicato una vita alle loro attività commerciali, ma anche per la qualità dell’ambiente urbano.” Serrande abbassate, vetrine e insegne spente, strade poco frequentate, ecco la scenario che, metro dopo metro, sta caratterizzando con la sua desolante impronta, interi isolati del Borgo.
“Certamente va impostato un ragionamento d’ampio respiro che deve vedere coinvolto in un progetto di comunità per la riqualificazione e il rilancio del Borgo, i vari attori pubblici e privati del territorio. In prima istanza l’Amministrazione comunale per le ben note problematiche che andiamo denunciando da sempre (parcheggi, decoro, igiene, gestione degli spazi, recupero degli immobili di pregio come ‘Palazzo degli Uffici’, valorizzazione del commercio di tradizione e dei suoi attrattori ‘i mercati’ ), non meno importanti le varie istituzioni, le associazioni di categoria, i proprietari degli immobili. Il problema della desertificazione del Borgo coinvolge tutti: amministratori, forze dell’ordine, commercianti, cittadini.
E’ una situazione che si avvolge su se stessa, se i negozi chiudono la città diventa sempre più invivibile ed insicura, si deprezzano gli immobili, scade il valore di negozi e case; crediamo che sia nell’interesse di tutti fare uno sforzo congiunto perché si fermi questa pericolosa spirale. Alcuni proprietari di immobili, più attenti alla situazione del Borgo, hanno compreso le difficoltà del momento e hanno accettato di venire incontro alle richieste di riduzione dell’ affitto, altri purtroppo hanno imboccato la strada opposta e stanno proponendo aumenti insostenibili. E’ evidente che- continua Cafiero- il Governo non ha compreso che nel vortice degli aumenti dei costi ci sono non solo le famiglie, ma anche i commercianti.
Purtroppo, nonostante le nostre reiterate richieste non abbiamo visto sin ora provvedimenti a sostegno delle piccole attività di vicinato del commercio e dell’artigianato che costituiscono l’ossatura sociale, culturale ed economica delle nostre belle città italiane. Nessun provvedimento a favore delle imprese familiari è stato emanato, nonostante la proposta di Confcommercio di introduzione della cedolare secca sulle locazioni commerciali o di un riconoscimento di un regime fiscale di vantaggio per gli imprenditori che investono in aree degradate ed in particolare nei centri storici.
Su quest’ultimo punto si potrebbe avviare un percorso di confronto con l’Amministrazione comunale finalizzato a riconoscere alle parti coinvolte (commercianti, locatari di immobili, imprenditori) agevolazioni su tassazioni locali a fronte di un impegno nel percorso di rivitalizzazione del Borgo, come da noi proposto nel redigendo Piano del Commercio.”